Sono trascorsi esattamente vent’anni da quel tragico 20 marzo del 2000, giorno in cui Antonella Ferro, allora appena diciottenne, venne barbaramente assassinata dal suo ex fidanzato, Mariano Balistreri.
Un delitto atroce e assurdo che colpì e ferì profondamente tutta la comunità di Raffadali. Un delitto, si disse allora, che poteva essere evitato, se solo si fosse dato ascolto alle denunce e alle richieste di aiuto di Antonella e dei suoi familiari.
Per l’occasione (il ventennale) si era organizzata una manifestazione in ricordo di Antonella che è stata solo rinviata, in attesa che passi l’emergenza pandemica. In via Algeria, luogo dell’atroce delitto, sarà installata una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, di cui Antonella fu vittima inconsapevole e innocente.
La cerimonia è solo rimandata, sarà l’occasione per ricordare le tante qualità e le enormi doti comunicative della ragazza. Ma a Raffadali nessuno ha dimenticato Antonella, di cui tutti ricordano l’eccezionale gioia di vivere, il suo franco ed aperto sorriso, la sua cordialità, la sua spiccata intelligenza e le sue grandi qualità umane.
La panchina rossa sarà lì a testimoniare il suo sacrificio, con la speranza che nessun’altra ragazza debba rivivere quelle angosce e nessun’altra famiglia come quella di Antonella debba rivivere quel dolore.