Un operatore agrigentino del servizio del 118 regionale nel fare presente la difficile e angosciante condizione nella quale lui e i suoi colleghi sono costretti a lavorare, affida a una lettera aperta il suo sfogo che più che altro vuole essere un grido d’aiuto. questa la lettera di Francesco Alfano:
Caro “concittadino politico”, ti “scrivo” perché ci dovete dare una mano. Qua non è più un discorso di colore politico, è un discorso di giustizia sociale, di rispetto verso dei lavoratori in prima linea.
Iniziamo ad ammalarci anche noi, iniziamo a morire anche noi. Non costringeteci, (parlo a tutta la classe politica) a fare azioni che non vogliamo fare.
È pazzesco che dall’assessorato alla salute – servizio 6, vengano inviate delle direttive così assurde. Solo ieri, in Sicilia, sono state chiuse quattro postazioni 118, per positività di numerosi colleghi, ed è solo l’inizio. Fate un’interrogazione, un d.l., qualsiasi cosa per chiedere che immediatamente siano rettificate le ultime circolari del “servizio 6” che sminuendo il ruolo di operatore sanitario dell’autista-soccorritore, abbassa il livello di dpi da utilizzare e addirittura in alcuni casi li elimina completamente ritenendoli non necessari.
È bene che sappiate tutti, che questa è una guerra, dove non è certo il vincitore ma di sicuro è certa la vittima. Dateci una mano, dateci voce in tutte le sedi istituzionali, ma datecela adesso, prima che sia troppo tardi. La disperazione, giorno dopo giorno, si tramuta in rabbia, e piano piano in tutti noi a/s cresce un unico pensiero: se dobbiamo “morire” per forza (perché chi ci amministra, fa scelte incomprensibili, non sappiamo se dettate solo da un facile calcolo economico), allora “non moriremo da soli”. Grazie a tutti coloro che ci daranno voce e che ascolteranno la nostra voce.
Francesco Alfano operatore sanitario-autista/soccorritore 118 Sicilia