Sarà una “fiera” diversa quella del 2020, ma non per questo meno sentita dai veri fedeli che da secoli venerano il culto della Madonna degli Infermi di Raffadali, alla quale si attribuiscono (per chi crede) diverse guarigioni.
Le norme anti-covid, ma soprattutto la decisione della Conferenza Episcopale, faranno sì che, per quest’anno, tante cose saranno diverse. Innanzitutto non ci saranno le processioni, non ci saranno i giochi pirotecnici, non ci saranno le bancarelle, ma ci saranno le funzioni liturgiche e ci sarà l’afflusso in chiesa Madre dei tanti pellegrini devoti, che manterranno la promessa del “viaggio ‘mpiduni”, ossia la camminata a piedi scalzi da casa fino in chiesa.
Stamani, prestissimo, c’è stata l’accoglienza dei pellegrini di Santa Elisabetta e la messa a loro dedicata, celebrata da don Giuseppe Gelo, arciprete di Santa Elisabetta. Ci saranno poi celebrazioni eucaristiche (alcune all’aperto) alle 7,30 alle 11,30 e alle 19,30, quest’ultima sarà officiata dal Vicario generale, don Melchiorre Vutera. A seguire ci sarà il concerto della banda musicale “Luigi Parisi”.
Una festa diversa, ma non così tanto diversa per chi la vive soprattutto intimamente. A parer mio, rimane comunque un mistero di come si possa considerare pericolosa una processione di poche decine di persone, in movimento dietro a una statua e di come invece non si ritengano pericolosi gli assembramenti, fino a notte fonda, di migliaia di giovani, a stretto contatto, nei vari locali d’Italia, e l’accoglienza nei nostri porti di persone, la cui positività al virus è pressoché certa. Boh!