Le voci su presunti casi di positività al coronavirus a Raffadali, nelle ultime ore, si accavallano e si moltiplicano irresponsabilmente e sarebbe opportuno che ognuno diffondesse, anche ad amici e parenti, solo le notizie delle quali ha assoluta certezza e fondatezza.
Proviamo noi (siamo a domenica pomeriggio del 29 marzo) a fare un po’ di chiarezza, basandoci su fonti sicure. Il primo caso, l’unico conclamato e ufficializzato è quello reso noto domenica scorsa riferito a un agente della Polizia Penitenziaria in servizio ad Agrigento.
Ieri sera noi, da queste pagine, avevamo riferito di una quasi certa positività di un secondo caso, di cui però mancava il riscontro ufficiale e per il quale il sindaco Silvio Cuffaro aveva addirittura minacciato qualche denuncia. Questa conferma dovrebbe giungere nella mattinata di domani, attraverso la PEC ufficiale del sindaco, che rimane l’unico canale riconosciuto e autorizzato tra ASP e amministrazione comunale.
In questo caso a comunicare l’ufficialità della positività sarà l’ASP di Trapani, visto che la persona interessata lavora in quella provincia ed è lì che è stato effettuato il prelievo con il tampone rino-faringeo.
Oggi, e parliamo dunque di un terzo caso, è invece arrivata la conferma di una seconda positività al test di un altro agente di Polizia Penitenziaria, sempre in servizio alla casa circondariale di contrada Petrusa. Anche per questo caso non è ancora arrivata alla PEC del sindaco la conferma ufficiale, che dovrebbe arrivare domani mattina, ma c’è già stata una conferma informale telefonica.
Dunque, riepilogando e cercando di essere estremamente chiari: abbiamo un caso conclamato che è quello della settimana scorsa, un secondo caso positivo (un altro agente di Polizia Penitenziaria) di fatto confermato, anche se non ufficialmente; e un terzo caso, anch’esso quasi certo, di cui si attende la comunicazione dall’ASP di Trapani.
Ciò che è più importante però per tutti noi è sapere che tutte le persone interessate stanno bene e hanno quasi superato la loro fase più critica e che anche i familiari sono in autoisolamento volontario e non evidenziano, al momento, sintomi che potrebbero far pensare ad un contagio.